Una fotografia di mia madre
- blogct1950
- 21 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Dal passo, mia madre la si riconosce dal passo; veloce ma deciso, quasi violento, la pressione della pianta del piede poggia sul tallone con fermezza, come dovesse anticipare il suo arrivo.
Mia madre è così, un po' come cammina, una donna che è cresciuta e pianto da sola troppe volte che l'ha resa di una durezza sprezzante, provocatoria, che quasi intimidisce.
Diretta, pragmatica, non ha paura di insultarti dicendo ciò che pensa. Rimane calma non si fa prendere dell'ira ma si gela.
Ha gli occhi stretti che scrutano le debolezze delle persone, più attaccata alla famiglia che alle regole.
Se dovessi fare una fotografia superficiale di mia madre direi che lei è così, ed io l'ammiro ma la temo, vorrei essere più come lei ma ho paura di diventarlo.
Tuttavia, non riesco a non guardare la mia foto in bianco e nero senza una profonda stima.
Una roccia appuntita con una grande base solida che poggia sul terreno.
La sua realtà, spesso la mia.
Se dovessi zoomare con il microscopio la mia fotografia, vedrei che è una donna ricca di contraddizioni, troppo tenera e molto giocosa che non ha mezze misure, così silenziosa a volte o così egocentrica da annoiare.
Estremamente pragmatica, parlano le azioni per lei, e le sue poche parole taglienti frutto delle sue conquiste.
Se la fotografia la puntassi verso il cielo, direi che è l'altra faccia della luna, piena di superstizioni misteri magie e film horror.
Le voglio bene a mia madre e vederla per ciò che è fa parte del mio lavoro qui dentro. Vederla per ciò che è, non mi fa cadere in mille pezzi ma mi fa nascere un ardente rispetto.
Mi ha chiamata Erica, come la pianta che nasce e vive nei terreni freddi e rocciosi dell'Irlanda.
Credo, che nel profondo, l'abbia sempre saputo di essere così e che io mi dovessi abituare a questo.
Ho iniziato il mio primo testo in comunità parlando dell'affetto che provo verso i miei genitori dopo averlo riscoperto in clinica, sono sicura che altrettanto affetto nei confronti di mia madre si riesca a vedere in questo scritto.
Ora mi sento forte e mi sento Erica.