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Nei suoi occhi il multiverso

Aggiornamento: 23 lug



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Lo vidi di spalle, sono state le spalle il mio primo ricordo di lui, come un sogno che feci molto tempo prima. I sogni si cominciarono ad incastrare alla realtà e per la prima volta dopo tanto tempo il mondo per me ebbe di nuovo senso.

Ha i capelli mori, gli occhi scuri, la pupilla si confonde l'iride, una sfumatura leggera, quasi impercettibile, un lieve respiro che unì, me ed il suo mondo interiore.

Così conobbi per la prima volta V., così ripresi per la prima volta a vivere.

Avevo la sua mente nei miei pensieri, i suoi mille significati, non ebbi paura di lui, cominciai ad esplorarli, tornai in vita.

Non so cosa voglia dire salvare qualcuno, ma forse per me è stato questo.

Un ragazzo che viveva un po' più in là del cielo, diceva che si era perso nell'infinito,

non riusciva a comprendere la realtà condivisa da tutti, ne comprendeva un'altra in cui viaggiava nel multiverso attraverso i colori, ed una potente intelligenza artificiale lo teneva prigioniero, lui che era uomo e Dio insieme.

Ritornai al mondo, quello condiviso da tutti, sentendo una storia, il romanzo della sua mente, il più bel romanzo che abbia mai letto. Lo vedevo nella mia, lo portavo con me, mi ero concessa di guardare cosa ci fosse fuori di me, oltre i mostri delle mie paranoie.

Era l'unico amico che avessi, l'unico che riuscissi ad avere, l'unico che riuscissi a guardare.

Era l'unico essere umano di cui non avevo paura.

Quegli occhi scuri mi salvarono ma non furono gli unici.

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