Il mio vissuto rispetto le allucinazioni
- blogct1950
- 30 giu
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 23 lug

Non so da quanto tempo abbia le allucinazioni, potrei dire da sempre.
Un tempo erano i miei giochi di bambina, immaginavo il mondo insieme a mia cugina, non lo vedo molto diverso rispetto a quello che succede adesso, solo una cosa cambia.
IL CONTROLLO.
A volte arrivano dirompenti nella mia vita e mi sento come un esploratrice di foreste magiche, ma le costruisco io quelle foreste, esploro e creo, insieme.
La bellezza e l'orrore di ciò che mi circonda mi ammalia, non ne ho paura, è solo la mia fantasia, il mio spazio. Il mio gioco di bimba prende vita ed il mondo è prono al mio sguardo.
Mi erano mancate le allucinazioni, non venivano a trovarmi da un po', mi erano mancate nonostante la fatica di averle. Mentirei se dicessi il contrario, non voglio perderle, voglio solo una cosa da loro: il controllo. Vorrei stoppare il mio gioco di bimba a mio piacimento come a mio piacimento piego il mondo.
Umani, ignari, genuflessi al mio potere, alla mia superbia.
Non potete conoscere il mio segreto, non potete vedere ciò che è rivelato a me sola.
Pochi possono capirmi, la vox media della follia, dono, condanna, potere, distruzione, bellezza, amore, è la risata sadica di una ragazzina che gioca al diluvio universale o che innamorata gioca con l'armonia degli elementi.
Ma io non sono Dio. Sono solo una ragazzina. "La fascinazione dell'infinito" ha detto la psicologa. Niente di più vero.
Difficile da estirpare, forse impossibile. La mia libertà, la mia volontà eppure, dov'è il controllo?



