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Relazioni in clinica. Medico

Aggiornamento: 23 lug


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A., Dottore, A.

Queste tre parole si confondono nella mia mente. A., Dottore, A.

Capire chi hai davanti ti fa capire quanto puoi fidarti di quella persona.

Durante il primo ricovero in clinica sapevo chi fosse A.A., durante il secondo non lo sapevo più.

Finché vedevo le debolezze di A., per me egli era una persona, le persone le puoi comprendere, ne puoi vedere le sfumature le imperfezioni, la complessità.

Le persone si capiscono.

Le macchine no, e lui era diventato solo una macchina, una macchina che mi diceva cosa fare, una macchina che mi trattava come un'altra macchina. Lo seguivo pedissequamente, in memoria, di quella persona che sapevo esistere ma non vedevo più.

Era sempre lui? Era sempre lui? Eppure... A. Dottore A.

Cieca seguivo ogni sua parola, cieca mi stavo distruggendo.

Riuscire a capire l'uomo dietro il medico è un lavorio ancora incessante nella mia mente, eppure questa figura senza più un volto continuo a portarla con me. Il nostro percorso.

Nei momenti difficili di comunità ancora penso " A. ce la facciamo".

Si è preso cura di me, abbiamo creduto a qualcosa insieme, ancora ci credo.

"Ce la farai Erica" mi diceva, " Ce la faremo A. " ancora rispondo.

Mi ricordo chi fosse A. al primo ricovero, al secondo non ho idea chi mi parlasse.

"Non tornerai in psicosi, sei uscita da quell'imbuto!" " pensi che perché te lo dica scherzando o perché non sia la mia vita te lo dica in leggerezza?!"

Mi ricordo la rabbia le litigate i pianti.

"Ti farà male", mi diceva " ma non devi avere paura delle parole, le parole sono solo parole e tu devi renderti conto"

Non so dire se A. A., fosse stato un bravo Dottore, ma la mia partita con la vita la stiamo ancora giocando insieme; ed io, non riesco a non pensare non sia così.

Durante il mio ultimo ricovero in clinica mi disse di andare in comunità, di fidarmi dei Dottori e degli operatori che avrei trovato lí: non sarebbe più potuto essere il mio punto di riferimento. L'ho seguito a metà perché lo porto ancora con me, con stima affetto delusione vendetta rivalsa; chiunque egli sia, sia diventato, A. A.


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