Corpi rotti e fili rossi
- blogct1950
- 19 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 23 lug
Un filo che ci tieni uniti.

Lo teniamo entrambi per mano ed è teso.
Ci sentiamo l'un l'altro attraverso la tensione superficiale del filo, ma non possiamo toccarci, così è l'inizio della mia sessualità, con questo strano gioco che apparentemente non ha senso, dove so che posso sentirmi di nuovo al sicuro.
So di avere un corpo, so che anche l'altra persona ce l'ha, e possiamo essere uniti senza toccarci.
La mia sessualità inizia così, come un gioco che spiega che posso essere al sicuro.
È la fantasia di un ricordo lontano, ma sono sicura che per me abbia ancora senso adesso.
Sono così rotta se per avere un sesso anch'io ho bisogno che qualcuno giochi a questo gioco con me?
Me lo sono chiesta spesso.
Vorrei essere come l'aria mi dissi, inafferrabile.
Oggi, dopo la seduta con la psicologa ho capito che lo sono stata aria con qualcuno, e so che posso esserlo di nuovo.
Lo sono stata con Balordo quando gli ho raccontato delle brutte esperienze sessuali e lui era lontano ma vicino.
Lo sono stata con Victor quando riuscivamo a giocare con la fantasia in un mondo che era solo nostro.
Ho paura della sessualità dei maschi, la sento pericolosa nemica, ladra.
Mi sono sentita rubata, ed ora, solo chi capisce che ho un corpo ma non ce l'ho più, può riuscire a ridarmelo ricreando quella tensione sessuale che esiste dentro di me ma che rimane sopita se non sono vista per ciò che sono.
Ed io sono aria ma sono un corpo, lo sono ancora, non ho smesso di esserlo, non posso.
Mi hanno rubata tanto tempo fa.
Ho imparato a volare.