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Murales e storie di quartiere. Arte e resistenza al Tiburtino III



Stiamo frequentando un laboratorio di arte e murales con una maestra d'arte e per farci qualche idea l'11 dicembre abbiamo fatto un giro nel quartiere Tiburtino III.

Nel nostro territorio, negli ultimi anni, molte sono le opere d'arte muraria che raccontano storie da pareti pubbliche e private. Come operatori e utenti della comunità terapeutica e del centro diurno ci sembrava di conoscere molte cose di queste strade eppure ci sembrano di più quelle che abbiamo scoperto. Tra queste un nuovo murales su una "storia vecchia", quella di Caterina Martinelli, uccisa nel 1944 dalla Polizia Fascista durante l'assalto ai forni, mentre cercava di ottenere del pane per sfamare i suoi figli. Quando venne colpita aveva in braccio la figlia più piccola di pochi mesi e una pagnotta.

Edoardo Ettorre è un giovane artista di origine abruzzese che ha lavorato anche in altri paesi europei, interessato a rappresentare con scorci quotidiani le storie locali, i rapporti tra individuo e società. Ci sembra che il suo murale riesca a cogliere l'emozione di una storia di quartiere ancora viva e tramandata nelle famiglie e nei condomini. Il murale è stato realizzato nella cornice del progetto "L'arte non ha sbarre", progetto sostenuto dalla Regione Lazio e vincitore del Bando Vitamina G, che prevede una serie di laboratori e la realizzazione di murales dentro e fuori il carcere romano di Rebibbia, finalizzato a sensibilizzare sulle condizioni di difficoltà della condizione carceraria.


A pochi passi dal murale, la targa dedicata alla storia di Caterina Martinelli dal Municipio IV "Io non volevo che un pò di pane per i miei bambini. Non potevo sentirli piangere tutti e sei insieme






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