Sliding Doors. La vita tra scelte e destino
- blogct1950
- 5 feb
- Tempo di lettura: 2 min

Nel contesto comunità sono tanti i momenti di aggregazione per stare insieme e condividere delle esperienze da cui trarre un insegnamento. Una di queste esperienze è stato il laboratorio di cineforum che ci mette nella piacevole situazione di vedere un film per poi commentarlo e trarne degli spunti terapeutici formandoci delle opinioni su quello che si è visto. Su suggerimento degli operatori della comunità è stato scelto per la visione un film che ha nome come "Sliding doors". E’ un trip, un viaggio che corre su due piani paralleli che non si incontrano mai se non alla fine. E’ interessante come questo film metta in luce le possibilità che la vita ci dà e ci toglie e la domanda che ci si pone è questa: esiste il destino? Riformulandola in chiave personale, ero destinato a venire in comunità, tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato a questo...potrebbe essere diverso il mio presente da quello che sono ora, da quello che avrei potuto essere se non avessi imboccato certe strade?
Io e un altro ragazzo siamo stati gli unici ospiti della comunità che hanno visto il film nella sua interezza; gli altri per varie motivazioni hanno abbandonato la visione, oppure se ne sono andati in determinato momento del film. All'altro ragazzo non piaceva il fatto che la dualità della storia di Sliding Doors dipendesse dalla casualità e non dalle proprie scelte. Capisco da questo che Stefano sia contrario all’idea che esista un destino e che tutti noi per lui siamo liberi di scegliere chi possiamo essere. Mi ritrova fondamentalmente d’accordo in questo, ma è anche vero che la vita è di per sé irrazionale, é nel momento in cui noi facciamo ordine in essa che noi la definiamo e ci definiamo. Per cui sì anche per me la scelta è fondamentale, ma capirla è ancora più fondamentale perché è in quel momento che mettiamo ordine nella nostra vita. Le deviazioni dal percorso non si può mai sapere con interezza dove ci porteranno perché nessuno di noi è Nostradamus o Baba Vanga. E gli incidenti che non si possono evitare a prescindere si devono accettare per quelli che sono: delle prove che la vita ci mette davanti. Accettare qualcosa è parte integrante del concetto di scelta. Per cui nel momento in cui prendo atto di una cosa negativa che mi è successa significa che la scelgo, per assurdo, perché non la escludo da me. Queste sono le riflessioni che ho elaborato su "Sliding doors".